Perché la cannabis ha proprietà terapeutiche? Anche in Italia, da anni si discute sulla legalizzazione della canapa e sulla possibilità di impiegarla per curare una moltitudine di patologie (stress post-traumatico, artrite, epilessia, etc)… ma perché la cannabis è curativa? ?
Perché la cannabis ha proprietà terapeutiche?
La Cannabis deve le sue proprietà terapeutiche a un principio attivo in essa contenuto: il cannabidiolo. Il cannabidiolo (conosciuto più comunemente come CBD) è uno degli 85 principi attivi presenti nella canapa.
Nella cannabis il principale cannabinoide (e quello a cui si deve lo “sballo”) è il THC, il delta-9-tetraidocannabinolo. Un composto psicoattivo che sollecita alcune funzioni cerebrali e che altera percezione e stati d’animo, ma che allo stesso tempo ha degli effetti positivi in particolari condizioni di salute (per citarne solo alcune: nausea, insonnia o perdita dell’appetito).
Secondo al THC per concentrazione, a differenza di quest’ultimo, il CBD non produce effetti psicoattivi e ha proprietà terapeutiche in caso di dolore, ansia o infiammazione. Il cannabidiolo può contrastare l’high causato dal THC e, se combinati insieme, lavorando in sinergia THC e CBD sono due alleati efficaci contro le più disparate patologie.
Come funzionano THC e CBD?
Se all’organismo non servissero i principi attivi contenuti nella Cannabis probabilmente il corpo umano non avrebbe gli “strumenti” necessari per la loro assimilazione.
All’interno del nostro corpo esistono infatti dei recettori pronti a ricevere THC e CBD perché gli uomini e alcune specie animali producono già naturalmente dei composti chimici chiamati endocannabinoidi. Composti come l’anandamide e il 2-chidonoil-glicerolo che si sono rivelati del tutto simili al THC e al CBD per funzioni e caratteristiche.
I recettori cannabinoidi e gli endocannabinoidi costituiscono il sistema endocannabinoide. Un sistema endogeno di comunicazione fra cellule coinvolto nel controllo e nel riequilibrio dell’organismo.
Nel momento in cui i recettori entrano in contatto con il THC e il CBD, comunicano con il sistema nervoso e si innescano reazioni utili a sopportare meglio il dolore, a ridurre le infiammazioni e a combattere lo stress psico-fisico.
Perché una pianta potrebbe salvare milioni di vite?
Gli impieghi farmacologici della cannabis risalgono al 900 a.C. Nel corso dei secoli, in ogni parte del mondo la canapa è stata utilizzata per curare disturbi di vario tipo (dissenterie, infiammazioni, spasmi, tosse, etc).
Successivamente, le pratiche mediche a base di cannabis sono state screditate e abbandonate in vista di farmaci considerati più adeguati.
Oggi, con la scoperta del CBD e grazie alla ricerca, è stato possibile dimostrare che i nostri antenati avevano ragione: la cannabis ha proprietà terapeutiche che potrebbero rivoluzionare l’intero campo della medicina.
Perché non tentare? Le terapie attuali previste per alcuni tipi di patologie sono proibitive e quindi destinate solo ai pochi che possono permettersele. Con la cannabis, indistintamente dal ceto sociale, tutti coloro che soffrono a causa di una malattia, avrebbero una speranza in più… quella di alleviare il dolore e di potersi curare.