giovedì , 28 Marzo 2024

Sette punte, mille usi: il seminario sulla canapa a Palermo

Sin dall’antichità, la canapa è stato un importante prodotto agricolo: proprio l’Italia agli inizi del ventesimo secolo era la maggiore produttrice europea di questa pianta e commerciava fibra e semi (fino centomila ettari). Attualmente le cifre si sono ridimensionate di molto: nella nostra penisola sono adibiti alla canapa poco più di 1000 ettari di terra e quasi 75.000 in tutta l’Europa.

Con queste considerazioni il Prof. Dario Giambalvo ha iniziato il seminario dedicato alla canapa che si è svolto presso l’Università di Palermo nell’ex facoltà di Agraria. Quando in passato si parlava di terra di canapa si faceva riferimento ad una terra fertilissima, capace di accogliere poi tante altre colture alternative, differenziando i vari agrosistemi e migliorando la competitività territoriale. Sappiamo bene quanto questa pianta sia versatile e come giochi un ruolo sempre più di rilievo in molti ambiti, dai carburanti all’edilizia, dall’industria cartiera alla alimentare senza dimenticare i risvolti clinici.

Le controversie legate alla canapa sono dovute com’è noto alla presenza di un principio attivo psicotropo, ma le numerose proprietà benefiche non possono essere controbattute e riguardano già il trattamento contro la nausea dovuta ai trattamenti di chemio, alla stimolazione dell’appetito nei soggetti deperiti e nelle terapie del dolore, dell’artrite, del glaucoma, dell’epilessia, della sclerosi multipla oltre alle più recenti applicazioni (sono in corso ulteriori approfondimenti) per il sostegno alle terapie tumorali e a quelle degenerative, all’asma e alle patologie cardiovascolari, alle lesioni del midollo e alle infiammazioni croniche.

La cannabis comunque non è un farmaco come gli altri: grazie alle sue caratteristiche biochimiche presenta pochi o nulli effetti collaterali ed il nostro corpo è già da solo in grado di assimilarla al meglio grazie ai recettori dei cannabinoidi noti agli scienziati con le sigle CBR1 e CBR2. Il primo recettore si trova in alcune regioni cerebrali (corteccia, sistema limbico, ipotalamo, intestino) mentre il secondo è presente soprattutto quando è in corso una infiammazione, proprio nelle cellule del sistema immunitario. I cannabinoidi promuovono anche un maggiore apporto di sangue verso il cervello migliorando le capacità mnemoniche e cognitive.

Il Dott. Mantovani è intervenuto in qualità di farmacista parlando del fitocomplesso relativo alla canapa: i principi attivi si trovano sotto forma di acido e quindi vanno attivati con il calore per poter essere utilizzati come farmaco galenico. Attualmente il nostro paese acquista la cannabis dall’Olanda, dove può essere venduta a scopo terapeutico (l’unico stato attualmente che lo consente). I ricercatori si stanno concentrando sulla produzione di una varietà di cannabis che presenti una elevata percentuale di CBD (cannabidiolo) da quando il Ministero della Salute con un passo indietro ha chiesto di focalizzare l’attenzione sul contentuto del tetraidrocannabiniolo, portandolo a livelli più bassi, a dimostrazione che non sempre chi si occupa di questi argomenti dispone delle conoscenze e delle informazioni adeguate.

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